Labbra Blu, per baciare Dio – Intervista a Simone Pozzati

Una raccolta di racconti per riflettere sulle incertezze e le fragilità che attraversano l’animo umano. Un libro d’esordio ispirato alle dantesche cantiche. 

 

Selfie e letteratura – Il tuo libro è forse il primo caso di social marketing di questo tipo. Ti va di spiegare meglio questa interessante iniziativa ai lettori di Metropolix?

Si, l’iniziativa è nata a maggio dello scorso anno, parallelamente all’uscita del libro e al suo lancio sul mercato. Chiesi a una delle mie prime lettrici di scattarsi una foto con la copertina del libro (sovrapposta a metà del viso) e le labbra blu. Poi da lì in poi tutto è sfuggito al mio controllo, la cosa è diventata virale. Sono molti i personaggi dello spettacolo e le persone “comuni” che hanno aderito.
Non voleva essere una mera operazione di marketing ma qualcosa di più profondo, una sorta di invito a farsi contagiare dalla lettura, perché ammalarsi di cultura non è stato (quasi) mai letale. Il messaggio che volevo dare? Si dicono tante parole, ma bisogna fare qualcosa di concreto. La morte della parola (metaforica), in favore dell’azione con l’intento di far risorgere la letteratura che si nutre di lettori “contagiati” dai libri. Facta non verba.
Tra l’altro proprio in questi giorni ho avuto modo di vedere che anche la Mondadori sta compiendo un’operazione di social marketing molto simile. Infatti anche in questi selfie si vedono le labbra (della copertina) e il viso del lettore. La cosa non può che farmi piacere.

 Labbra blu è una raccolta di nove racconti noir che hanno come filo conduttore la tematica della follia. Ogni racconto rimanda alla Divina Commedia ed è aperto da una terzina della stessa. Ci parli meglio di questi due aspetti?

Questi aspetti valorizzano i racconti per tre motivi. Il primo è che i personaggi sono dei “dannati” come quelli del sommo poeta Dante.
Il secondo motivo è la connessione con la follia. Il folle è l’archetipo del matto rappresentato nei tarocchi, un viandante con il bastone in continuo peregrinaggio. E la Divina Commedia può essere anch’essa definita come un’odissea interiore.
Terzo ma non ultimo motivo, il V.I.T.R.I.O.L.U.M. ovvero l’acronimo alchemico composto da 9 lettere vedi i gironi infernali, o il numero di racconti che compongono Labbra Blu. Il significato è Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram Medicinam – “Visita l’interno della terra, e rettificando, troverai la pietra occulta, vera medicina”. Accumunabile anche al mito platonico della caverna.
I racconti non devono essere guardati solo da questo punto di vista. Viviamo nell’epoca dell’incertezza, soffocati da una crisi generale che porta a compiere gesti disperati, a volte disumani. La follia ha quindi quasi sempre un’accezione negativa nei miei racconti, ma non dimentichiamo, in passato anche grandi pensatori come Giordano Bruno sono stati ritenuti folli.

 Cosa è la follia per te?

Il termine follia deriva dal latino folle, parola che vuol dire vuoto o mantice. E non è forse generato da una mancanza, da un soffio che alimenta un focus, da un’ispirazione ossessionata, il genio che permette di andare oltre?
Sarebbe lunga e variegata la definizione di follia, ma la “follia” è accertato non rientra in schemi fissi e poi ultimamente si dicono troppe parole inutili. Per cui come scriveva se non erro Erza Pound l’incompetenza si manifesta con l’uso di troppe parole.
Potrei concludere dicendo che per me la follia è: l’essere ispirati, soffiare sui sogni per farli andare lontani.

Nei tuoi racconti, seppure la penna resti costantemente poetica, alcune delle tue storie sembrano dei veri e propri fatti di cronaca. Ci sono dei personaggi reali?

Attingo da tutto ciò che mi circonda e sicuramente alcuni dei protagonisti sono stati ispirati da situazioni verosimili. Ma come si dice ogni riferimento a cose fatti e persone è puramente casuale.

 Stai scrivendo qualcosa di nuovo?

Si, sto portando avanti tre progetti diversi ma al momento sono concentrato su uno. Una raccolta di storie per bambini che saranno illustrate dalla grafica Valeria Cerilli.


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