La Venere Rea – II Edizione

 

A distanza di sei anni dalla prima fortunata edizione, esce per la Diamond Editrice la seconda edizione, rivisitata, de La Venere Rea, romanzo epistolare dallo stile di favola noir, sospeso tra mito e realtà, dello scrittore ed editore Simone di Matteo. La nuova edizione è impreziosita dalle illustrazioni in bianco e nero, impregnate di simbologia, curate dallo stesso autore. A firmarne la prefazione il poeta e saggista Antonio Veneziani.

Sinossi

Una fitta corrispondenza tiene unita la distanza che separa Parigi da Roma, dove due ragazzi francesi, legati da un’amicizia d’altri tempi, si raccontano le scelte di vita tra affetti, scontri ideologici, illusioni, aspirazioni e timori. Paul si è trasferito a Roma insieme alla ragazza, Cristina, per ultimare la tesi in antropologia, Claude Marc, studioso di filosofie orientali, vive a Parigi. Mentre Paul si rivela più pragmatico, Claude si abbandona a discorsi che ne rivelano una natura tormentata.
Durante una passeggiata ai piedi della Senna alla ricerca di sé stesso, Claude trova per caso un tempio risalente all’epoca gallo-romano, rimasto per secoli nascosto nella folta vegetazione. Varcata la soglia, attratto da un misterioso richiamo, trova un affresco raffigurante un’antica sacerdotessa di una bellezza tale da innamorarsene. Quando si accorge che l’avvenente figura femminile, dallo sguardo sofferente da sembrare implorare aiuto, non è un semplice dipinto ma una donna vera, uno sconcertato Claude sarà proiettato suo malgrado in un non tempo e non luogo. Amato e corrisposto dalla misteriosa donna, Claude ritorna nel tempio per rivedere la sua amata, ma ad attenderlo c’è un anziano, che inizia a raccontare la storia, dal sapore mitologico, della donna del dipinto, vittima di un malvagio sortilegio di Eris, Dea della discordia, che tradita per gelosia trasforma in un dipinto la rivale in amore, una delle predilette sacerdotesse delle due sorelle Dee, Venere e Rea.
Se la collocazione temporale è contemporanea, lo stile letterario a partire dalla scelta della corrispondenza cartacea nell’era del digitale, lascia chiaramente intendere la volontà dell’autore di volere intingere la sua penna in una mistura di tradizione e moderno, reale e mitologia, con piacevoli passaggi di poeticità.
A chi ancora pensa che l’amore vinca ogni cosa, questo “romanzo epistolare” dimostra che il possesso vince ogni ostacolo. La Venere Rea sarà una passeggiata tra mitologia e realtà quotidiana, tra vero e presunto tale, tra desiderio e realizzazione del medesimo, sempre con piedi leggeri e con scarpe comode” (dalla Prefazione di Antonio Veneziani).
Ne esce un testo di sofisticata originalità e impregnato di simbologia sulla natura dell’essere umano, irrequieta e alla continua ricerca della felicità, rinvenibile quest’ultima solo nell’amore, quello che secondo Di Matteo vince, seppure lascia trasformati.

Recensione delle illustrazioni dal Maestro d’Arte Daniele Pacchiarotti

Nella seconda edizione, rivisitata, “La Venere Rea” è illustrata dallo stesso scrittore, il modo più diretto forse per tradurre il proprio mondo interiore. Entriamo con garbo dalla copertina in una sorta di oblò, un divisorio che ci catapulta inconsapevolmente in un sogno misto a realtà. Non è la prima volta che l’autore sceglie delle illustrazioni con delle particolari similitudini, basta guardare con più attenzione le vesti del suo primo libro La Vedova d’Amore. Estremamente interessanti i ricorrenti simboli nella sequenza di immagini dedicate agli insetti: dalle formiche alle farfalle, apparentemente armoniose, belle quanto innocue, ma che in realtà riportano alle atmosfere tipiche del grande regista americano Tim Burton, o ai dipinti di Francis Bacon se non addirittura al maestro per eccellenza dell’inquietudine David Lynch, del quale ricordo una sua celebre citazione: “Quando vedi un mondo bellissimo, basta che guardi un po’ più da vicino ed è tutto un agitarsi di formiche rosse“. Se però ci si sofferma troviamo in mezzo a questo mondo così macabro la forza combattiva dell’amore, simboleggiata sin dalla copertina da due mani, due mani che si sfiorano, si stringono, due mani che malgrado il finale, si sono possedute, per poco, per un attimo, quell’attimo che donerà loro l’eternità.